Simonetta
Russotto, artista palermitana è l’autrice di cappelli e
accessori realizzati con la tecnica del crochet scultoreo sperimentale.
Attraverso quest’intervista, che gentilmente ci ha concesso, esploriamo il suo
meraviglioso mondo in cui colori e forme si plasmano, dando vita a delle vere e
proprie opere d’arte.
Oltre alla collaborazione
con la rivista Benissimo, che l’ha
vista protagonista indiscussa nella copertina della scorsa estate, sta
lavorando, da due anni, ad un progetto dal titolo Crochet Itinerante che unisce artisti di tutto il mondo e che ha
ospitato nella prima edizione la matematica lettone ed inventrice dell’Hyperbolic Crochet, Daina Taimina , vera e profonda ispirazione per questi artisti.
1) Chi è Simonetta Russotto?
Una persona che non
ha mai seguito le tendenze dettate dal mondo della moda. Circa dodici anni fa
ho realizzato il primo cappello con la tecnica dell’uncinetto sperimentale e
non mi sono più fermata.
Un po’ per noia, un
po’ perché in certi casi non esistono ragioni ho preso l’uncinetto in mano e da
autodidatta continuato a sferruzzare senza seguire schemi e disegni
preparatori, la cosa si è trasformata da passione in ossessione, e gli
oggetti-copricapo coloratissimi frutto della mia fantasia intanto si
ammonticchiano a dismisura. Infatti nei primi anni non mi sono inspirata a
niente e a nessuno, soltanto al mio mondo interiore, parecchio tempo dopo sono
stata letteralmente irretita dall’Hyperbolic Crochet di Daina Taimina,
matematica lettone autrice di questa tecnica secondo cui aumentando
costantemente di un punto il lavoro viene fuori l’iperbole e ne ho subito una
fortissima contaminazione.
Così (succedeva circa tre o quattro anni fa, in Italia ancora
nessuna uncinettaia l’aveva scoperto), i miei cappelli hanno preso nuove forme,
diventando più elaborati, sinuosi, quasi come quel mondo sottomarino che la Taimina ha riprodotto nel
suo coral reef… o forse no.
2) Da dove nasce questa sua passione?
La mia passione/ossessione nasce dal bisogno di trovare un ritmo
interiore capace di regolare il mio, troppo veloce e disordinato.
3) Cosa pensa del binomio arte e moda?
Del Binomio arte e moda penso che sia fondamentale purché la seconda sia accessibile al pubblico e non come spesso accade, impossibile da toccare e ammirare dal vivo. Ci sono molti stilisti rimasti impressi nella mia memoria, Moschino, Coco Chanel… io li considero prima di tutto artisti, ma se tutto questo non puoi averlo a portata di mano, non ha senso il resto.
Del Binomio arte e moda penso che sia fondamentale purché la seconda sia accessibile al pubblico e non come spesso accade, impossibile da toccare e ammirare dal vivo. Ci sono molti stilisti rimasti impressi nella mia memoria, Moschino, Coco Chanel… io li considero prima di tutto artisti, ma se tutto questo non puoi averlo a portata di mano, non ha senso il resto.
4) Che materiali utilizza per le tue creazioni?
Uso lana ad alta
percentuale di purezza per tutto ciò che è a contatto con la pelle, e acrilico
per costruire le sculture perché mi permette di utilizzarla come fosse creta,
quindi di riuscire a plasmare e a dominare come una scultrice un materiale che
poco ha a che fare con questa nobile arte. In estate a volte utilizzo cotone
mischiato con spago alimentare, ma sinceramente mi interessano poco perché non
mi piacciono al tatto e non servono a niente dal punto di vista della scultura.
Vorrei creare dei
filati tutti miei e sto lavorando a questo progetto in silenzio, come sempre.
5) Ha già fatto sfilate o comunque partecipato ad eventi per
pubblicizzare i suoi lavori?se sì quali?
Ho partecipato ad
una sfilata a Palermo che si basava sul riciclo, non mi è servita a niente
perché io non utilizzo materiale riciclato, infatti non ho ancora capito cosa
ci facevo lì insieme ad altri 22 o 23 stilisti e perché abbiano chiesto la mia
partecipazione, erano altri tempi e le sfilate si fanno con un solo stilista.
In quanto agli
eventi palermitani ricordo con piacere “Il Filo femmina” fatto un paio d’anni
fa al baglio Danilo Dolci e un laboratorio di Crochet ai Cantieri Culturali
alla Zisa recentissimo, il resto preferisco non elencarlo perché direi soltanto
che si trattava delle solite riunioni mondane in cui c’è uno pseudo artista che
presenta una collezione, gente che prende l’aperitivo rinforzato e un bar che
rimpingua la propria cassa grazie a questo circolo vizioso. Ho detto che non
volevo dirlo?
6) Dove è possibile reperire questi meravigliosi cappelli?
I miei cappelli al momento sono quasi tutti nel mio atelier,
quelli che mancano sono esposti a Roma da SpazioIf e ci resteranno per tutta
l’estate 2012.
7) Qual'è la sua collezione
di punta?
Direi che non esiste una collezione di punta, i miei copricapo non
sono stati mai creati per sfilate, a parte quella in cui non c’entravo niente.
Diciamo che creo quando sento che la mia anima è in grado di farlo, altrimenti
non mi sforzo, per cui non mi reputo una stilista nel senso vero e proprio del
termine.
8) Consigli per i giovani?
Ai giovani consiglio di seguire una sola strada senza mai
abbandonarla, ma soprattutto di esercitarsi all’infinito e possibilmente
andarsene per qualche anno da Palermo che in questo campo offre ben poco.
9) Progetti per il futuro?
Progetti per il
futuro… diciamo che sono in una fase di sperimentazione (come sempre), al
momento sto lavorando ad una nuova linea di accessori e oggetti per l’anima che
avranno la caratteristica di… non posso dirlo.
La mia ultima
produzione realizzata in collaborazione con l’attrice e grande amica Marina
Suma si chiama “Lanapesta”, si tratta di un connubio fra crochet e cartapesta.
Marina infatti crea monili utilizzando questa tecnica da molti anni; io li
chiamerei pezzi d’arte più che gioielli, abbiamo unito le forze e creato borse,
cinture e copricapo, alcuni pezzi non sono stati ancora presentati.
Un’esperienza
fondamentale, è stata la mia collaborazione con la rivista Benissimo, ho
lavorato per la prima volta con professionisti di altissimo livello e la scorsa
estate una delle mie creazioni è finita in copertina. Credo di aver raggiunto
in quell’occasione il massimo che una persona possa desiderare e il tutto è
stato solo una bellissima sorpresa.
Altro importante
progetto al quale sto lavorando da due anni si chiama Crochet Itinerante; alla
prima edizione ha partecipato di spontanea volontà la scienziata Daina Taimina
di cui vi ho già parlato, regalandoci una delle sue iperboliche creazioni che
custodisco preziosamente nel mio atelier.
Adesso siamo alla
seconda edizione di questo progetto che unisce attraverso un filo artisti da
tutte le parti del mondo.
Vorrei fondare un museo dell’uncinetto, ma da sola non posso
farcela, ho bisogno dell’aiuto del media.
Foto: Massimo De Ceglie
I suoi link
Articolo di: Giorgia Caruso
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misspi
da blogger free lance ritengo che non ci sia cosa più difficile di rilasciare un'intervista senza cadere nell'autoreferenziale o nel banale, le risposte a queste domande mi sembrano geniali, come il filo tessuto da quest'artista. Custodisco due delle sue opere gelosamente, e averle tra le mie mani è stata un'emozione grandissima, come quella che si prova ad osservare da vicino un quadro o meglio una scultura. Nulla è prevedibile nell'intreccio dei suoi fili, tutto scorre seguendo l'unica legge del caso e dell'intuito.
RispondiEliminaGrazie Ady, attraverso questo canale abbiamo imparato a conoscerci forse meglio che di presenza anche se qualcosa ci ha unito, qualcosa che sia io che te abbiamo toccato con mano, i miei cappelli per l'appunto.
EliminaUn carissimo saluto,
Simo